D.LGS. 231/2001: COME PROTEGGERE LA TUA IMPRESA

Articolo del 24 settembre 2019 sul Giornale di Vicenza.

Dall’entrata in vigore del D.lgs. n. 231/2001 anche le aziende possono essere ritenute responsabili della commissione di un reato. I reati devono essere commessi nell’interesse o vantaggio dell’Ente da esponenti dei vertici aziendali o da soggetti sottoposti alla loro direzione e vigilanza. Pertanto se uno dei reati presupposto viene compiuto nell’interesse o vantaggio dell’Ente, l’Ente ne risponde subendo sanzioni gravissime che vanno dalla “pena pecuniaria” all’interdizione e al sequestro, fino alla confisca. Si tratta di una responsabilità diretta, autonoma e concorrente rispetto a quella della persona fisica che ha commesso il reato.

Al fine di mettersi al riparo da rischi così pesanti per la vita dell’impresa, negli ultimi anni un numero sempre maggiore di aziende sta adottando il cosiddetto “Modello 231”. Le aziende sono chiamate ad assumersi direttamente il compito della prevenzione degli illeciti attraverso un’adeguata organizzazione interna.

VescoGiaretta Group, tra le società leader in Veneto nei servizi alle imprese, ha creato un team di professionisti dedicato ad accompagnare le imprese nella progettazione e realizzazione di un sistema di controllo interno ex D.Lgs. 231 del 2001.
Il primo step sono la mappatura e l’analisi dei rischi, seguite dalla definizione e redazione del modello organizzativo e del codice etico, nonché dalla definizione di protocolli conformi alla legge.
Ma l’adeguamento al 231/01 non si esaurisce nel tempo, perché richiede un costante aggiornamento tramite lo sviluppo e l’erogazione di percorsi formativi al personale, oltre all’affiancamento e all’attività di consulenza per l’Organismo di Vigilanza interno.

L’azienda che si dota di un “modello 231” è un’azienda attenta alla propria organizzazione, perché attraverso il “modello” si arriva a conoscere meglio la propria impresa e a definire nel dettaglio i processi decisionali.

Per cui l’adeguamento al D.Lgs. 231/01 non è importante solamente perché evita all’azienda di incorrere in sanzioni pesanti previste per chi opera al di fuori del perimetro legislativo ma anche perché le consente di migliorarsi e di adottare un modello organizzativo più efficiente.
Infatti, affinché l’azienda possa evitare l’applicazione delle sanzioni previste dal D. Lgs. 231/01 nell’ipotesi di una violazione dei reati indicati dalla normativa, è necessario definire, come primo passo, un Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo.

In questo modo le possibili violazioni di legge sono oggettivamente ridotte al minimo, grazie alla capillare formazione ed informazione che deve essere erogata ai dipendenti, ai partners ed ai fornitori: di conseguenza, il “Modello 231” offre una grande tutela anche dal punto di vista personale per i soggetti apicali come per tutti i dipendenti aziendali.
Inoltre, in caso di violazioni della legge, la società può dimostrare la propria estraneità ai fatti e quindi eventualmente essere passibile di sanzioni molto ridotte o addirittura nulle, tramite la “condizione esimente” cioè la possibilità di non subire sanzioni come entità organizzativa, pur permanendo quelle personali di chi ha commesso il reato.

In sostanza, si tratta di implementare in società un assetto organizzativo completo di sei pilastri fondamentali: il modello organizzativo, il codice etico, il sistema sanzionatorio, i flussi informativi, il sistema di deleghe e un organismo di vigilanza con relativo regolamento.

 

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Articolo del 24 settembre 2019 sul Giornale di Vicenza.

Dall’entrata in vigore del D.lgs. n. 231/2001 anche le aziende possono essere ritenute responsabili della commissione di un reato. I reati devono essere commessi nell’interesse o vantaggio dell’Ente da esponenti dei vertici aziendali o da soggetti sottoposti alla loro direzione e vigilanza. Pertanto se uno dei reati presupposto viene compiuto nell’interesse o vantaggio dell’Ente, l’Ente ne risponde subendo sanzioni gravissime che vanno dalla “pena pecuniaria” all’interdizione e al sequestro, fino alla confisca. Si tratta di una responsabilità diretta, autonoma e concorrente rispetto a quella della persona fisica che ha commesso il reato.

Al fine di mettersi al riparo da rischi così pesanti per la vita dell’impresa, negli ultimi anni un numero sempre maggiore di aziende sta adottando il cosiddetto “Modello 231”. Le aziende sono chiamate ad assumersi direttamente il compito della prevenzione degli illeciti attraverso un’adeguata organizzazione interna.

VescoGiaretta Group, tra le società leader in Veneto nei servizi alle imprese, ha creato un team di professionisti dedicato ad accompagnare le imprese nella progettazione e realizzazione di un sistema di controllo interno ex D.Lgs. 231 del 2001.
Il primo step sono la mappatura e l’analisi dei rischi, seguite dalla definizione e redazione del modello organizzativo e del codice etico, nonché dalla definizione di protocolli conformi alla legge.
Ma l’adeguamento al 231/01 non si esaurisce nel tempo, perché richiede un costante aggiornamento tramite lo sviluppo e l’erogazione di percorsi formativi al personale, oltre all’affiancamento e all’attività di consulenza per l’Organismo di Vigilanza interno.

L’azienda che si dota di un “modello 231” è un’azienda attenta alla propria organizzazione, perché attraverso il “modello” si arriva a conoscere meglio la propria impresa e a definire nel dettaglio i processi decisionali.

Per cui l’adeguamento al D.Lgs. 231/01 non è importante solamente perché evita all’azienda di incorrere in sanzioni pesanti previste per chi opera al di fuori del perimetro legislativo ma anche perché le consente di migliorarsi e di adottare un modello organizzativo più efficiente.
Infatti, affinché l’azienda possa evitare l’applicazione delle sanzioni previste dal D. Lgs. 231/01 nell’ipotesi di una violazione dei reati indicati dalla normativa, è necessario definire, come primo passo, un Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo.

In questo modo le possibili violazioni di legge sono oggettivamente ridotte al minimo, grazie alla capillare formazione ed informazione che deve essere erogata ai dipendenti, ai partners ed ai fornitori: di conseguenza, il “Modello 231” offre una grande tutela anche dal punto di vista personale per i soggetti apicali come per tutti i dipendenti aziendali.
Inoltre, in caso di violazioni della legge, la società può dimostrare la propria estraneità ai fatti e quindi eventualmente essere passibile di sanzioni molto ridotte o addirittura nulle, tramite la “condizione esimente” cioè la possibilità di non subire sanzioni come entità organizzativa, pur permanendo quelle personali di chi ha commesso il reato.

In sostanza, si tratta di implementare in società un assetto organizzativo completo di sei pilastri fondamentali: il modello organizzativo, il codice etico, il sistema sanzionatorio, i flussi informativi, il sistema di deleghe e un organismo di vigilanza con relativo regolamento.

 

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